SCIENZA & VITA: IL MODELLO FRANCESE E IL RISCHIO DI EUTANASIA PER OMISSIONE
In merito alle riflessioni su questioni di fine vita pubblicate domenica su Il Sole 24 ore, a firma del Cardinal Martini, l’Associazione Scienza & Vita – pur apprezzandone alcuni passaggi – solleva alcuni interrogativi.
Innanzitutto suscita perplessità l’auspicio che in Italia si possa giungere all’adozione di una legge simile a quella francese. Quella normativa, infatti, non risolve – tra l’altro – la questione della anticipazione della morte, quando ci si trovi a fare i conti con la non attivazione o la sospensione di trattamenti che non costituiscono “accanimento terapeutico”, in quanto considerati dalla medicina “proporzionati e ordinari”.
Per fare un esempio, tra tanti, prendiamo in esame la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione a pazienti non coscienti, ma non per questo in fase terminale. Si possono considerare queste cure come una forma di “accanimento terapeutico”? Non attivarle o sospenderle non configurerebbe, invece un caso di eutanasia per omissione? Ricordiamo tutti il caso drammatico di Terry Schiavo e la sua lenta morte per fame e per sete. In questo caso, e in molti altri, la sottoscrizione di direttive anticipate, che per ovvie ragioni devono restare molto generali, non apporterebbe alcuna soluzione efficace.
Nella realtà della malattia, inoltre, è il medico ad avere la possibilità di comprendere il vero stato del paziente e a farsi carico della responsabilità di informare sulle varie possibilità di intervento terapeutico o di cure palliative. E’ nel rapporto medico-paziente o medico-paziente-famiglia che vanno assunte le decisioni e queste non possono essere affidate ad aride dichiarazioni, sottoscritte ma per ovvie ragioni astratte e generiche.
Condividendo la sottolineatura dell’importanza delle cure tese non solo a migliorare ma anche a mantenere lo stato di salute presente, nonché del diritto di tutti a cure tempestive ed efficaci, spesso disatteso dal sistema sanitario del nostro Paese, l’Associazione Scienza & Vita sottolinea che all’elenco delle “cure mancanti” sono da aggiungere anche le cure palliative, cioè tutti quegli interventi che servono a ridurre i sintomi di una malattia non più guaribile e a rendere sopportabile il dolore.
Innanzitutto suscita perplessità l’auspicio che in Italia si possa giungere all’adozione di una legge simile a quella francese. Quella normativa, infatti, non risolve – tra l’altro – la questione della anticipazione della morte, quando ci si trovi a fare i conti con la non attivazione o la sospensione di trattamenti che non costituiscono “accanimento terapeutico”, in quanto considerati dalla medicina “proporzionati e ordinari”.
Per fare un esempio, tra tanti, prendiamo in esame la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione a pazienti non coscienti, ma non per questo in fase terminale. Si possono considerare queste cure come una forma di “accanimento terapeutico”? Non attivarle o sospenderle non configurerebbe, invece un caso di eutanasia per omissione? Ricordiamo tutti il caso drammatico di Terry Schiavo e la sua lenta morte per fame e per sete. In questo caso, e in molti altri, la sottoscrizione di direttive anticipate, che per ovvie ragioni devono restare molto generali, non apporterebbe alcuna soluzione efficace.
Nella realtà della malattia, inoltre, è il medico ad avere la possibilità di comprendere il vero stato del paziente e a farsi carico della responsabilità di informare sulle varie possibilità di intervento terapeutico o di cure palliative. E’ nel rapporto medico-paziente o medico-paziente-famiglia che vanno assunte le decisioni e queste non possono essere affidate ad aride dichiarazioni, sottoscritte ma per ovvie ragioni astratte e generiche.
Condividendo la sottolineatura dell’importanza delle cure tese non solo a migliorare ma anche a mantenere lo stato di salute presente, nonché del diritto di tutti a cure tempestive ed efficaci, spesso disatteso dal sistema sanitario del nostro Paese, l’Associazione Scienza & Vita sottolinea che all’elenco delle “cure mancanti” sono da aggiungere anche le cure palliative, cioè tutti quegli interventi che servono a ridurre i sintomi di una malattia non più guaribile e a rendere sopportabile il dolore.