MANIFESTO NAZIONALE SCIENZA & VITA SCIENZA E CURA DELLA VITA: EDUCAZIONE ALLA DEMOCRAZIA

Dal 28/05/2012
al 28/05/2012
Dalle 17:00
alle 20:00
Città Firenze
Luogo c/o Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, g. c., via Folco Portinari, 5
Relatori intervengono On. Carlo Casini, Presidente Nazionale MOVIMENTO per la VITA Presidente Commissione Affari Costituzionali Parlamento Europeo Prof. Lucio Romano, Presidente Nazionale SCIENZA & VITA Dir. Dip. Ginecologia Università Napoli Federico II Prof. Francesco D’Agostino, Ordinario Filosofia Diritto Università di Roma Torvergata - Presidente Onorario Comitato Nazionale Bioetica, Presidente Unione Giuristi Cattolici Italiani modera l’incontro Dott. Marcello Masotti, Presidente Scienza & Vita Firenze
Collaborazione Circolo Liberi-Magna Carta Firenze, Movimento per la Vita Firenze, Associazione Medici Cattolici Firenze, Movimento Cristiano Lavoratori Firenze, Unione Giuristi Cattolici Firenze, MO.I.CA
Telefono 055 2399194
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L’ATTUALITA’ DEL MANIFESTO DI SCIENZA & VITA NEL DIBATTITO PUBBLICO DEL PAESE La scienza e la cura della vita; l’educazione alla democrazia È importante aprire la riflessione e il confronto sulla “democrazia”partendo dal primato, non nominalistico ma sostanziale, dell’uomo come persona, alla luce degli scenari che si aprono nella nostra epoca con le travolgenti innovazioni della scienza e della tecnica, riaffermando la priorità della vita e del prendersi cura della vita. La crisi economica e politica che il paese sta attraversando pone grossi interrogativi in merito al sistema democratico: emerge la delusione per il funzionamento procedurale e sostanziale della democrazia e della politica. Ma poiché la crisi della politica riflette quella della società, essa rimanda ad un malessere più generale, che è, prima di tutto di ordine morale; nella stagione del relativismo e dell’individualismo, più ancora dell’insufficienza dei meccanismi istituzionali, si soffre della mancanza di valori di riferimento. Benedetto Croce potrebbe parlare di una “crisi etico politica”. Benedetto XVI ha scritto nella “Caritas in Veritate” che “la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica”, ma si potrebbe anche aggiungere che la questione della democrazia è divenuta questione antropologica. La Dottrina sociale della Chiesa ha affrontato la questione ripetutamente e globalmente. A Berlino, il 22 settembre 2011, Benedetto XVI in un discorso memorabile, ha ricordato che non è il potere che fonda il diritto ma che il fondamento dell’agire politico è il diritto naturale ed ha affermato: “La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace”. E poi proseguendo: “In gran parte della materia da regolare giuridicamente, quello della maggioranza può essere un criterio sufficiente. Ma è evidente che nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta. Nel processo di formazione del diritto, ogni persona che ha responsabilità deve cercare lei stessa i criteri del proprio orientamento”…”il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato, mai un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione, ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto. La mentalità positivistica e relativistica ha inciso profondamente anche su questioni di fondo come la concezione della vita , della scienza e della cura. E la vita non è più patrimonio condiviso di visione cattolica e laica, liberale e sociale. Fino ad alcuni decenni orsono il diritto alla vita figurava al primo posto nei grandi documenti internazionali : nella Dichiarazione Universale dei diritti umani nella Convezione europea dei diritti dell’uomo ed anche nella Costituzione italiana. Secondo la tendenze della cultura contemporanea il diritto alla vita non riveste più una dimensione assoluta, ontologica, ma subisce una sorta di slittamento e diventa una specie di diritto “condizionato”. Alla vita si aggiunge un aggettivo: “degna” che la relativizza e la lega alla cosiddetta qualità della vita. Siamo in una epoca in cui non siamo più attrezzati di fronte alle sofferenze e davanti alle quali si afferma che la dignità sta non nel vivere ma nel morire, proclamando la soluzione dell’eutanasia. Non si ritengono accettabili menomazioni e disuguaglianze fisiche e si arriva anche a teorizzare un razzismo verticale, operando la più assoluta discriminazione tra chi deve nascere e chi no. Così facendo non solo si annullano le “pari opportunità” di cui all’art 3 della costituzione ma si entra in contraddizione anche con lo stesso postulato posto a fondamento della democrazia che vuole che tutti siano considerati uguali. In nome di un “perfettismo” che non sopporta anomalie, ci si avvia alla selezione genetica, senza, però avere il coraggio di chiamarla tale. Ci si allontana così sempre più, per l’inizio vita come per il fine vita, da una dimensione ippocratica della medicina: non si cura, non si allevia il dolore, ma si sopprime il paziente perché la vita non è “degna”.E la scienza, che talora diventa ideologia, si schiera a supporto di tali prassi pur di trovare i propri spazi di assoluto primato; nel binomio scienza e vita, non è più sicuro che la scienza sia mezzo e non fine, sia per la vita e non viceversa. Afferma Benedetto XVI: “Ci sono dimensioni dell’esistenza umana che stanno al di là di ciò che le scienze naturali sono in grado di determinare”, e aggiunge “Le nuove frontiere della scienza, non impongono una scelta fra la scienza e la morale, ma esigono piuttosto un uso morale della scienza”. dott. Marcello Masotti, Presidente Scienza&Vita Firenze

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