LIBERTA’ RELIGIOSA E MULTICULTURALISMO

Dal 23/11/2007
al 23/11/2007
Dalle 17:00
alle 20:00
Città Firenze
Luogo via Folco Portinari n. 5 presso l'Auditorium della Cassa di Risparmio
Relatori Prof. Carlo Cardia Ordinario di Filosofia del Diritto, Diritto Ecclesiastico, Diritto delle Istituzioni Religiose, Università degli Studi ROMA TRE. Prof. Andrea Bellandi Preside della Facoltà Teologica dell'Italia Centrale, Docente di Teologia Fondamentale. Prof. Pietro De Marco Docente di Sociologia della Religione, Università degli Studi di Firenze.
Collaborazione Circolo dei Liberi - Magna Carta di Firenze, Forum Toscano delle Associazioni per i diritti della Famiglia, Movimento per la Vita di Firenze, Unione Giuristi Cattolici di Firenze.
Telefono 055 287446
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    LIBERTA’ RELIGIOSA E MULTICULTURALISMO Benedetto XVI° nel discorso alla Curia Romana del 2005, metteva a confronto il modello di laicità emerso dalla seconda parte della Rivoluzione francese, di tipo statalista, e quello di stampo anglosassone che sottolinea il valore del pluralismo sociale e la necessità della presenza delle forze morali e religiose, le quali, educando ai valori, danno contenuti e arricchiscono la democrazia dei numeri e delle maggioranze. Da tale visione non solo deriva il diritto della Chiesa a parlare ma la necessità del suo apporto prezioso a partire dalla questione, oggi alla ribalta, della bioetica e dell’antropologia. A fronte dei nuovi problemi, connessi alla globalizzazione e alla mobilità internazionale, si presentano i delicati equilibri tra legalità e accoglienza, tra solidarietà e fermezza, che la politica è chiamata ad affrontare e nei quali tutti siamo coinvolti. Però, il multiculturalismo è anche l’occasione, con cui un laicismo esasperato e “strabico” tenta di ridimensionare il patrimonio religioso tradizionale dell’Europa Cristiana, manifestando, invece, la propria condiscendenza e comprensione verso realtà e tradizioni diverse, talora non compatibili col patrimonio civile, giuridico e religioso di cui è portatrice la nostra civiltà. A tale disegno si unisce, talora, anche un atteggiamento debole dei cristiani e di coloro che sono eredi di una grande tradizione civile e religiosa, i quali lungi dal difendere il patrimonio inestimabile di cui sono depositari, abdicano al loro compito cedendo agli attacchi e alle suggestioni di mode secolariste che lasciando il vuoto, finiscono poi per sconfinare in una sorta di nichilismo. Va, quindi, riaffermato che il dialogo non può essere abdicazione; esso è sempre confronto di identità e se è essenziale il connotato della apertura agli altri, è irrinunciabile il dritto /dovere di affermare il proprio patrimonio morale, civile e religioso, specie quando esso può arricchire tutti, quelli che vengono e quelli che accolgono. Il presidente Scienza e Vita Firenze Marcello Masotti

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