Ormai da tempo la questione ecologica è balzata alla ribalta nelle discussioni sul mondo in cui viviamo e sulla parte che in esso l’uomo deve avere. Ma c’è una strana schizofrenia che porta, da una parte, ad accettare un consumismo sfrenato che depaupera le risorse e inquina il pianeta, dall’altra a considerare la natura quasi intoccabile e non al servizio dell’uomo. C’è poi la frattura tra il modo di concepire il rispetto dell’ambiente e degli animali e l’uomo. C’è chi si scandalizza per le culture trasgeniche e le manipolazioni dei cibi ma non trova niente da dire contro le manipolazioni dell’embrione umano; ci sono coloro che protestano contro la uccisione degli uccellini, ma non dicono niente contro il dramma dell’aborto col quale si eliminano le vite umane. In tale confusione di posizioni occorre riportare un po’ di ordine e fare un discorso globale: dall’ambiente all’uomo. Benedetto XVI lo ha fatto con la consueta chiarezza e autorità anche nel discorso alla Curia romana della fine dello scorso anno. Il Papa ha affermato che “la Chiesa non può e non deve limitarsi a trasmettere ai suoi fedeli soltanto il messaggio della salvezza. Essa ha una responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere anche l’uomo contro la distruzione di sé stesso. E’ necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo intesa nel senso giusto”. Il presidente di Scienza & Vita Firenze Dr. Marcello Masotti