ANTONIO ROSMINI FILOSOFO DELLA PERSONA E MISTICO DELLA CARITÀ

Dal 14/03/2008
al 14/03/2008
Dalle 17:15
alle 20:30
Città Firenze
Luogo via Folco Portinari n. 5 presso Auditorium dell'Ente Cassa di Risparmio
Relatori Padre Umberto Muratore, Superiore provinciale dei Rosminiani italiani e Direttore Centro internazionale studi rosminiani di Stresa, La carità intellettuale Avv. Mario Cioffi, Presidente Unione Giuristi Cattolici di Firenze, La persona, la libertà, il diritto Modera l’incontro, Prof. Andrea Bellandi, Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, Docente di Teologia Fondamentale
Collaborazione Unione Giuristi Cattolici Firenze, Circolo Liberi – Magna Carta Firenze
Telefono 055 287446
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    ROSMINI FILOSOFO DELLA RAGIONE DELLA FEDE DELLA CARITA’E DELLA PERSONA Il 18 novembre u. s. è stato beatificato a Novara Antonio Rosmini, uno dei grandi protagonisti dell’ottocento: sacerdote, teologo, filosofo. Aperto al nuovo, Rosmini chiedeva il rinnovamento della Chiesa, guardando con fiducia al processo risorgimentale. “Il più grande genio speculativo della Chiesa dell’ottocento”, lo ha chiamato il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, José Saraiva Martins, il filosofo cattolico che più di ogni altro credette nella riconciliazione tra fede e ragione, cristianesimo e mondo moderno. Profeta della libertà cattolica, Rosmini inaugura, secondo molti, l’importante filone di pensiero che va sotto il nome di personalismo cristiano. E’ anche il difensore della persona e dei corpi intermedi nei confronti dello stato e l’oppositore del perfettismo, ossia dell’illusione che la dea Ragione possa sostituirsi a Dio e creare una società perfetta. Insieme alla carità spirituale e a quella temporale ne individua una terza forma: quella intellettuale, che consiste nell’aiuto dato all’intelligenza di ognuno perché possa rispondere alle domande che riguardano il destino dell’uomo e della sua vita. Al proposito il vescovo rosminiano Antonio Riboldi ha scritto: “l’Italia ha un grande bisogno di carità intellettuale, perché non pensa più”.

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