LEGGE NATURALE TRA VECCHIE E NUOVE PROSPETTIVE: I DIRITTI UMANI FONDAMENTALI

Dal 15/04/2011
al 15/04/2011
Dalle 17:00
alle 20:00
Città Firenze
Luogo presso Auditorium Ente Cassa di Risparmio, via F. Portinari n. 5
Relatori Prof. Francesco D’Agostino Ordinario Filosofia Diritto Università di Roma Torvergata, Presidente Onorario Comitato Nazionale Bioetica, Presidente Unione Giuristi Cattolici Italiani Prof. Don Andrea Bellandi Docente Facoltà Teologica Italia Centrale Prof. Alessandro Catelani Ordinario Diritto Pubblico Università di Siena presiede l’incontro Prof.Ferrando Mantovani Professore Emerito Diritto Penale Università di Firenze, Membro Accademia Lincei porta il saluto Avv. Mario Cioffi Presidente Unione Giuristi Cattolici Firenze, Membro Consiglio Centrale
Collaborazione Associazione Medici Cattolici Firenze, CIF Firenze, MOICA, Movimento per la Vita Firenze, Unione Giuristi Cattolici Firenze
Telefono 055 2399194
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Legge naturale e diritti umani fondamentali Già nel mondo grecoromano è presente la questione della Legge naturale: nell’Antigone di Sofocle il dramma è tutto incentrato sul contrasto tra la legge esteriore e quella scritta nel cuore degli uomini e nel discorso agli Ateniesi Pericle ricorda che “ci è stato insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è buonsenso”. Cicerone poi, nella “Repubblica”, affermava che “la legge naturale è la diritta ragione, conforme a natura, universale, costante ed eterna, la quale con i suoi ordini invita al dovere, con i suoi divieti distoglie dal male”. E’ nel pensiero cristiano che la legge naturale trova un disegno compiuto: S. Tommaso afferma nella Summa Theologiae che “anche se la grazia è più efficace della natura, tuttavia la natura è più essenziale per l’uomo” per cui, commenta Benedetto XVI, “nella prospettiva morale cristiana, c’è un posto per la ragione, la quale è capace di discernere la legge morale naturale. La ragione può riconoscerla considerando ciò che è bene fare e ciò che è bene evitare per il conseguimento di quella felicità che sta a cuore di ciascuno, e che impone anche una responsabilità verso gli altri , e dunque, la ricerca del bene comune”. L’istanza universalistica del Giusnaturalismo, che è una concezione unitaria della vita e del mondo, si è trovata in contrasto con molti dei convincimenti su cui poggia la civiltà moderna: dalla dimensione soggettivistica che rifiuta una norma esterna all’uomo, e che sembra ne impoverisca il ruolo e l’autonomia, a quella storicista che pone tutto in continuo divenire. Le tragedie e le cronache insanguinate del secolo scorso hanno visto gli appelli contro le prepotenze del potere e il diritto della forza, in nome di una legge non scritta ma più alta e solenne di quella degli Stati. Tali appelli hanno contribuito ad un rilancio dei diritti naturali. Espressione di tale moto di idee sono state le grandi Carte internazionali: La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’O.N.U. del 1948 e la Convenzione europea dei Diritti dell’uomo del 1953 ed anche le Costituzioni nazionali che riconoscono la dignità della persona e appaiono trovare la incondizionatezza oltre l’individuo e oltre ogni autorità umana. Giovanni Paolo II nella Evangelium vitae afferma che il valore della democrazia sta o cade con i valori che essa incarna e promuove e che alla base di questi valori non possono esservi provvisorie e mutevoli “maggioranze” di opinione, ma solo il riconoscimento di una legge morale obiettiva che, in quanto “legge naturale” iscritta nel cuore dell’uomo, è punto di riferimento normativo della stessa legge civile. Ma anche per il pensiero laico la esistenza di diritti innati inviolabili è la premessa per combattere ogni abuso del potere: Norberto Bobbio, che non voleva lasciare ai cristiani la difesa del primo dei valori, quello della vita, riconosceva che “il presupposto filosofico dello Stato liberale, inteso come Stato limitato in contrapposto allo Stato assoluto, è la dottrina dei diritti dell’uomo elaborata dalla scuola del diritto naturale“. Oggi, nella stagione della “dittatura del relativismo”, quando i diritti individuali, svincolati da un quadro di doveri impazziscono e alimentano una spirale illimitata di richieste, e da una parte si rivendicano presunti diritti di carattere arbitrario colla pretesa di vederli riconosciuti e promossi dalla sfera pubblica (aborto, matrimonio omosessuale, eutanasia), mentre dall’altra, vi sono diritti fondamentali disconosciuti e negati (a partire da quello alla vita segno dell’indisponibilità e dei doveri), emerge tutta l’importanza morale e civile del richiamo alla legge naturale. Afferma Benedetto XVI nel 60° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani:” da sempre la Chiesa ribadisce che i diritti fondamentali, al di là della differente formulazione e del diverso peso che possono rivestire nell’ambito delle varie culture , sono un dato universale perché insito nella natura stessa dell’uomo. La legge naturale, scritta da Dio nella coscienza umana è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i popoli”. dott. Marcello Masotti presidente Scienza &Vita Firenze

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