S&V FOCUS | MATERNITA’ SURROGATA: COMMERCIALE O ALTRUISTICA? IL LIMITE DELLA DIGNITA’ GLI APPROFONDIMENTI DI SCIENZA & VITA | DI FRANCESCA PIERGENTILI

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La maternità surrogata estende la procreazione umana oltre le possibilità biologiche e fisiologiche attraverso l’intervento di una donna che offre volontariamente il proprio corpo per la realizzazione del desiderio di avere un figlio di altri: la stessa porterà in grembo il bambino fino alla nascita per lasciarlo poi a quella che sarà la madre cd. “sociale” o “intenzionale”, che sarà anche quella “legale”.

Tale pratica comporta, così, lo stravolgimento e la frammentazione delle categorie tradizionali di “maternità”, “di genitorialità” e di “procreazione umana”: a essere rivoluzionati sono le stesse relazioni umane. I soggetti coinvolti a vario titolo nella procreazione diventano, infatti, molteplici, andando ben oltre la dualità della coppia che caratterizza, invece, la procreazione naturale.

Alla procreazione potrebbe, infatti, partecipare anche una terza donna, la donatrice di gamete: in tale ipotesi la madre surrogata gestazionale accoglierà l’embrione “creato” attraverso la donazione di gameti: la surrogazione di maternità riguarderà in questo caso esclusivamente la gestazione.

La maternità surrogata è oggi consentita in numerosi Paesi, con regole molto diverse tra gli Stati per quanto riguarda i requisiti per l’accesso, il modello consentito, nonché il grado di tutela offerto ai soggetti coinvolti.

I due modelli principalmente adottati sono, come noto, la maternità surrogata c.d. “altruistica” e quella commerciale. Nella forma commerciale di maternità surrogata è previsto, oltre al pagamento delle spese, un compenso per la gestante, con forti rischi di sfruttamento economico della donna, soprattutto per le situazioni di indigenza che potrebbero indurre la donna a offrire il proprio grembo come fonte di profitto. Nel caso di maternità “altruistica”, invece, la donna che offre il proprio grembo non riceve un guadagno diretto per l’essersi sottoposta a tali pratiche ma un rimborso delle spese sostenute per la gravidanza.

Un recente articolo dal titolo “Commercial Surrogacy: An Overview”, pubblicato sulla Revista Brasileira de Ginecologia e Obstetrícia fornisce alcuni dati interessanti sulla maternità surrogata commerciale, ma non solo.

Lo studio ha analizzato ben 248 articoli sul tema rilevando come la maternità surrogata tradizionale, detta anche “genetica” (nella quale oltre al grembo è offerto anche l’ovocita dalla madre surrogata) è stata progressivamente abbandonata, essendo sconsigliata anche dall’American Society of Reproductive Medicine con un parere del Comitato Etico del 2018, e oggi la maternità surrogata è una pratica diffusa in diversi Paesi nella forma cd “gestazionale”.

L’articolo riporta, inoltre, che la maternità surrogata commerciale viene effettuata con costi molto importanti. Negli Stati Uniti, ad esempio, un processo completo di maternità surrogata può costare fino a 200.000 dollari.

Generalmente esiste un accordo scritto tra le parti che stabilisce l’entità dei rimborsi e del pagamento della donna che offre il proprio grembo.  Tali accordi negli USA, di solito, prevedono una cifra che varia tra i 20.000 e gli 80.000 dollari per le spese mediche, tra i 3.000 e i 15.000 dollari per l’assistenza legale, tra i 6.000 e i 54.000 dollari  per il programma di “reclutamento” e tra i 20.000 e i 55.000 dollari per il compenso vero e proprio.

Lo studio rileva però che nei paesi a basso reddito tali costi legati alla maternità surrogata sono almeno la metà di quelli sostenuti negli USA.

Per quanto riguarda l’autonomia decisionale dei soggetti coinvolti, gli autori la presuppongono garantita là dove sia espressa la libera volontà alla partecipazione alle tecniche di procreazione. La realtà è però alle volte piú complessa, soprattutto nelle situazioni di indigenza, e il rischio di sfruttamento economico del corpo della donna e la lesione della sua dignità umana è sempre presente.

L’articolo riporta che nel 2012 l’industria della maternità surrogata negli Stati Uniti è stata stimata in circa 6 miliardi di dollari. Considerando l’aumento dell’accesso a tali pratiche, alcune agenzie internazionali di maternità surrogata riportano, a tal proposito, una crescita del 6,000% in 12 anni, si può solamente immaginare l’entità degli interessi economici sottesi a tali pratiche.

L’articolo afferma che le donne non sono spesso consapevoli dei rischi legati alla procedura e che la maternità surrogata commerciale potrebbe aprire le porte allo sfruttamento illegale se non adeguatamente governata e monitorata, specialmente nei paesi a basso reddito. Ma quale normativa può essere considerata “adeguata” rispetto a un rischio di sfruttamento così grande?

Lo stesso articolo afferma che il confine tra maternità surrogata commerciale e altruistica è, invero, molto labile. Anche in alcuni paesi dove è consentita solo la forma altruistica, le donne ricevono comunque una somma molto alta per le spese sostenute nel processo (spese sanitarie, congedi per malattia, ecc.): molti autori considerano la distinzione tra maternità surrogata “altruistica” e “commerciale” non così netta e difficilmente utilizzabile come criterio normativo.

Nonostante spesso si sottolinei la diversità tra i due tipi di maternità – quasi a giustificare la bontà dello scopo solidaristico – è, così, da rilevare come entrambi i modelli comportano sempre il traffico di gameti e di embrioni umani, la distorsione dei legami di filiazione, la frammentazione della maternità, lo sfruttamento del corpo della donna e la reificazione del bambino.

È, allora, importante riconoscere l’estraneità del corpo umano dalle logiche speculative del mercato e da qualsiasi tipo di sfruttamento, ricordando il limite oggettivo della tutela della dignità umana: il corpo della donna è, infatti, extra commercium, come il bambino non è riducibile a prodotto di scambio.

 

  1. Brandão P, Garrido N. Commercial Surrogacy: An Overview. Rev Bras Ginecol Obstet. 2022 Dec;44(12):1141-1158. doi: 10.1055/s-0042-1759774. Epub 2022 Dec 29.
  1. Purshouse C, Bracegirdle K. The Problem of Unenforceable Surrogacy Contracts: Can Unjust Enrichment Provide a Solution? Med Law Rev. 2018 Nov
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